Restiamo Umani
Il nostro impegno per un mondo del lavoro sempre più umano
Prima di essere lavoratrici e lavoratori, prima di farci definire da una qualifica, prima di obbedire acriticamente a logiche imposte dall’alto al punto da non riconoscerci più, ricordiamoci che siamo esseri umani. Questo l’intento della nuova campagna di sensibilizzazione “Restiamo umani” che la UILTuCS Toscana ha presentato il 28 novembre 2022 in occasione del consiglio regionale e che verrà promossa per tutto il 2023.
Se è vero che la natura umana è per definizione caratterizzata da incognite e insicurezze, è altrettanto certo che proprio il fatto di essere persone ci dovrebbe spingere ad avere una più alta consapevolezza e capacità di interpretazione di ciò che avviene nel quotidiano e possibilmente una disposizione alla condivisione e alla solidarietà con chi condivide la nostra stessa condizione umana.
“Restiamo umani” non è uno slogan, ma un invito a risvegliare le coscienze e a non accettare passivamente le ingiustizie sociali di cui noi o chi ci sta a fianco, a volte, potremmo essere vittime.
In un mercato del lavoro in cui, anche a causa di congiunture economiche sfavorevoli, gli stipendi hanno sempre meno potere d’acquisto, mentre gli obiettivi aziendali richiedono sempre più flessibilità, responsabilità e velocità, il disagio lavorativo può costituire un mal sopportato compagno di vita. Lavorare diventa allora un’attività sgradevole se non addirittura alienante. Ci sono poi situazioni che gridano giustizia, in cui non basta una maggiore consapevolezza: è necessaria una reazione.
L’inadeguatezza retributiva, lo sfruttamento della manodopera, le discriminazioni sui luoghi di lavoro, che non solo violano i diritti fondamentali ma hanno anche conseguenze dal punto di vista economico e sociale. La lotta alle discriminazioni è imprescindibile nel perseguimento della dignità sul lavoro. Discriminazioni contro le donne e divario di genere sono lontani dall’essere superati. Al contrario, la media delle lavoratrici risulta essere retribuita in maniera inferiore rispetto agli uomini e le mansioni restano meno qualificate. Tra le categorie più vulnerabili, sia al momento dell’assunzione sia sul posto di lavoro, figurano poi, sicuramente, i cittadini extracomunitari, spesso vittime di discriminazione razziale (discriminazione multipla se prende di mira più fattori insieme, per esempio l’origine etnica, il genere e la fede religiosa).
Superare le discriminazioni oltre ad un valore morale avrebbe anche il risultato di creare una forza lavoro diversificata e un clima migliore in cui vivere e collaborare.
Prima della produttività, prima dei risultati, prima dei fatturati, prima di tutto, ci sono le persone. Con le loro differenze e le loro specificità. Per questo è di fondamentale importanza ripetere a noi stessi e agli altri:”Restiamo umani”.